Casaleggio, il guru dell’utopia in rete

Casaleggio-loquenzi

Muore a 61 anni Gianroberto Casaleggio. Una volta lo si sarebbe definito con il termine “ideologo”, ora a qualcuno piace di più non si sa se in termine positivo e  negativo quello di “guru” del Movimento 5 Stelle. Paradossalmente, da un teorico orwelliano della rete come elemento liberatorio del mondo nei confronti del grandi sistemi, muore per una malattia che prende proprio le reti neuronali del cervello .

Un filosofo dell’era Cyber, che ha giudicato il mondo nei suoi contatti, credendo nella possibilità che il singolo soggetto possa esprimersi nella  massima libertà, che possa scardinare il “sistema”. A Casaleggio va riconosciuto il merito di aver messo in piedi un “movimento” politico, non ideologizzato, rifiutando il nome di “partito” collettore “istanze” comuni, che rompono il cerchio di un potere  dispotico. Il Movimento 5 stelle nella sua mente era l’idea della partecipazione, della condivisione e della scelta senza più intermediazione, “uno vale uno”.

Per lui il “logos” era l’algoritmo che sembra ormai controllare, a livello planetario, la vita dell’essere umano.

Un’idea è un’ idea: buona o cattiva, di destra o di sinistra, essa è sempre un’idea. Ed è solo nella sua applicazione che si può confermare la validità. Tale era il suo pensiero e questo poteva esser applicabile in un mondo quale quello della rete dove senza “filtri” ognuno può  esprimersi, approvare o contestare. Però il problema che la “politica” non è solo approvazione o disapprovazione, ma anche divergenza e convergenza e questo al di fuori dei dati, dei calcoli, resta la libertà di pensiero dei cittadini.

Difficile da comprendere,  soprattutto se il tutto lo si vuol ridurre  ad una filosofia  di marketing, ‘cyberspaziale’, il che può andar bene per alcuni periodi, o per alcuni prodotti, ma non può coprire  la complessità del vivere planetario. La stessa “rete” dimostra la sua non univocità ma sposta semplicemente lo scontro, i bisogni e il pensiero in una sorta di iperspazio, da cui però bisogna scendere per confrontarsi sul reale, sul quotidiano.

Vauro in una vignetta sulla morte di Casaleggio ha disegnato un Grillo burattino a cui sono stati recisi i fili per muoversi. Si sono scatenate – come era ovvio- molte polemiche, ma la domanda che tutti si pongono è: cosa farà Grillo senza Casaleggio?

di Gianfranco Marullo

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