Carta, penna e calamaio

Questa volta ci siamo: il terremoto del Giappone ha riportato il mondo indietro nel tempo. Mi spiego meglio. Quante volte ciascuno di noi si è chiesto quanto sarebbe durata l’egemonia della tecnica sulla misera vita umana? E fino a che punto? Quando? Ad esempio tutte le volte che ci siamo trovati in uno di quegli immensi discount che vendono prodotti informatici. Sicuramente in quel contesto, è capitato almeno una volta a tutti di sentirsi allo stesso tempo attratti dal fascino irresistibile dei  personal computers di ultima generazione e frastornati dalla quantità e complessità di prestazioni offerta dalla loro alta tecnologia. Infatti se in un primo momento, la nostra immaginazione ci trascina in un mondo del tutto asservito al dominio dell’uomo dall’altro poi proviamo come un istinto di conservazione che ci riporta al vero senso della vita, fatto per lo più di semplici cose. Queste riflessioni mi sono ritornate alla mente quando ho letto sui giornali che in Giappone a causa del terremoto, è venuta a mancare la linea internet e dunque l’uso dei personal computers. E quando ho saputo che i giornalisti nipponici, per rimediare alla situazione di estrema emergenza hanno dovuto scrivere i loro articoli, servendosi di semplice carta e penna! Mi sono subito chiesta quale sentimento avessero provato nel dover fare a meno di un mezzo che ormai fa parte del vissuto quotidiano globale. E se un domani per effetto di una tempesta magnetica tutti ci ritrovassimo scaraventati all’alba della tecnologia? Praticamente all’anno zero? Sarebbe perso il nostro senso della vita? Oppure ritorneremmo ad essere veri uomini vicini a Dio?

Silvia Bosio 

DOTTORE DI RICERCA IN BIOETICA
U.C.S.C. Roma
 
Foto: bora.la

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