Cannes ricorda Ingrid Bergman nel centenario della nascita

ingridIl poster ufficiale della 68a edizione del Festival di Cannes, in corso sino al 24 maggio, è dedicato ad Ingrid Bergman. La scelta degli organizzatori è caduta sull’attrice svedese non soltanto perché quest’anno ricorre il centenario della sua nascita e né per il banale motivo che una delle giurie ha per Presidente sua figlia Isabella Rossellini, ma come un riconoscimento dovuto a una delle più grandi attrici cinematografiche di tutti i tempi, forse la più grande di tutte.

Tre volte vincitrice del premio Oscar, nel 1945 con “Angoscia” , nel 1957 con “Anastasia”, come miglior attrice e nel 1975 come attrice non protagonista (Assassinio sull’Orient Express); compresa altre quattro volte nelle nomination della miglior attrice (nel 1944 con “Per chi suona la campana”; nel 1946 con “Le campane di Santa Maria; nel 1949 con “Giovanna D’Arco” e nel 1979 con “Sinfonia d’autunno); vincitrice anche di tre Golden Globe, di due Nastri d’argento e di due David di Donatello, Ingrid Bergman è stata l’attrice preferita di due mostri sacri della cinematografia come Alfred Hitchcock e Roberto Rossellini.

Già protagonista del mitico “Casablanca” (1940) e della celebre sequenza del bacio più lungo nella storia del cinema fino a quel momento (in “Notorius”, 1946), la Bergman seppe reinventarsi da beniamina di Hollywood a interprete dei drammatici ruoli del neorealismo e di quelli dei più angosciosi thrilling, con grande naturalezza e spontaneità. A noi Italiani, è rimasta nel cuore per il suo legame con Roberto Rossellini, durato solo otto anni, ma dal quale ebbe tre figli: Robertino e le gemelle Isotta e Isabella.

Fu lei ad avere l’iniziativa con il regista italiano, scrivendogli una lettera che si concludeva con l’intrigante frase: « … Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene e in italiano sa dire solo “ti amo”, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei… ».

Una vita, quella della Bergman, che sembrava svolgersi sempre sul set, tanto che spesso era solita ripetere: «non ho deciso io di recitare, è la recitazione che mi ha scelta». Un esempio, forse inimitabile, per le attrici di ieri; un mito per quelle di oggi e di domani.

di Federico Bardanzellu

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