Calcio: si ferma anche la Francia, manca il responso delle altre nazioni

Le preoccupazioni per la pandemia spingono Olanda e Francia a interrompere i rispettivi campionati di calcio privilegiando la salute e accantonando l’aspetto economico. Il campionato in Olanda si ferma senza assegnazione del titolo, senza retrocessioni né promozioni, stabilendo (tra non poche polemiche) i piazzamenti europei a seconda della classifica al momento della sospensione: Ajax direttamente in Champions League, Az Alkmaar ai preliminari, Feyenoord, Psv e Willem II ai preliminari di Europa League.

Così come in Olanda la decisione giunge repentina anche dalla Francia dove il primo ministro francese Edouard Philippe in accordo con Roxana Maracineanu, ministro francese dello sport, danno priorità alla saluta ritenendo assurda la possibilità di ricominciare a giocare in un clima di assoluta paura e crisi nazionale. A differenza dell’Olanda però la Francia, dopo alcuni giorni, ha chiarito le modalità di interruzione relative all’assegnazione del titolo, retrocessioni, promozioni e piazzamenti europei. Così il PSG è campione in Ligue 1, il Marsiglia accede direttamente alla prossima Champions League e il Rennes ai preliminari. Lilla, Reims e Nizza in Europa League in attesa delle finali delle coppe nazionali. Retrocedono Tolosa e Amiens e il Lione non accede alla prossima Champions League. decisioni destinate a far discutere ma la notizia più importante resta la sospensione ufficiale sino alla prossima stagione.

Il calcio non si ferma solo in Europa e anche dall’Argentina arriva lo stop dopo alcuni giorni di intensa riflessione

Anche l’Argentina si arrende al virus fermando ufficialmente lo sport, posticipando tutto al 2021 probabilmente con un nuovo torneo a 26 squadre, considerando il blocco delle retrocessioni.

In tal modo il Boca Junior verrebbe dichiarato campione con la possibilità di partecipare alla Copa Libertadores con River Plate, Argentina Junior e Racing mentre alla Copa Sudamericana potrebbero accedere San Lorenzo, Valez, Newell’s Talleres, Defensa y Justicia e Lanus, ma è ancora tutto da stabilire.

Tra i massimi campionati europei il primo a fermarsi è quello Francese, si attendono altri esiti

La Francia si ferma ufficialmente e adesso si attendono le decisioni definitive relative agli altri campionati tra cui la Serie A, ancora fortemente in bilico. La possibilità di riprendere è ancora a rischio perché in questo sport non ci sono le condizioni di rischio ‘zero’ e la ripresa potrebbe essere problematica da questo punto di vista. Convivere con il virus è ormai una certezza ma bisogna stabilire come rendere sicuro il connubio salute-attività sportiva.

Le linee guida per ripartire ci sono ma non convincono tutti, non solo in ambito prettamente calcistico ma anche e soprattutto nella comunità scientifica. In Italia non tutti desiderano ripartire e al Torino primo a rifiutare la ripresa si aggregano Parma, Spal, Brescia, Sampdoria, Udinese, Bologna e Fiorentina tutte preoccupate per una possibile ripresa.  

Con queste premesse e con il blocco del campionato in Francia le parole, delle ultime ore, del ministro dello sport Spadafora fanno tremare il calcio: “La ripresa degli allenamenti non significa assolutamente la ripresa del campionato e se fossi nei presidenti delle società di calcio penserei a un piano B e soprattutto ad organizzarmi per riprendere in sicurezza il nuovo campionato che dovrà ripartire a fine agosto. Le decisioni che stanno prendendo anche gli altri Paesi, come ieri la Francia, potrebbero indurre anche l’Italia a seguire quella linea che diventerebbe, a quel punto, una linea europea“.

Gli interessi in ballo sono tanti…

Non far ripartire il calcio in Italia sembra ancora impossibile, gli interessi in ballo sono tanti e le persone coinvolte in questa macchina complessa sono troppe. Non si parla solo del ricco calciatore o di presidenti imprenditori ma anche e soprattutto delle retrovie, fondamentale è considerare che il calcio italiano non è solo la Serie A ma è composto da piccole realtà a un passo dal fallimento.

La volontà di riprendere è tanta ma le criticità non possono essere ignorate e se da un lato si aspetta solo l’Ok del governo, ma il presidente dell’associazione medici italiana di calcio, Enrico Castellacci,  muove le prime perplessità sul protocollo stilato dalla Figc: “Se un giocatore è positivo su chi ricade la responsabilità? Su un medico sociale, sulla società o su altri? È importante chiarirlo perché si va sul penale. Inoltre tutte le società sono in grado di trovare e attuare meccanismi antivirus? Test e tamponi con relativi reagenti, ci saranno per tutti o intaccheranno le problematiche dei cittadini normali?”.

Non tutti in Europa si fermano, emergono i primi tentativi di ripresa nel mondo del calcio

La pandemia continua a mettere in ginocchio l’Europa ma se già c’è chi ha ufficialmente interrotto la stagione, c’è chi vuol tentare il tutto per tutto provando ancora a ripartire a fine maggio. Polonia e Repubblica Ceca sono intenzionate a riprendere, così come il Belgio dove si prospetta l’idea di scendere in campo con la mascherina. E se in Inghilterra la Premier è pronta a ripartire ancora con qualche incertezza, arriva il via libera in Germania per la ripresa della Bundesliga da metà maggio e comunque entro e non oltre la fine di maggio.

Insomma si adottano decisioni così diverse da non rendere facile l’ultima parola del governo alle prese con un dilemma non facile da risolvere: prima l’economia o la salute?

Fonte foto eurosport.it

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.