Brexit. Salta il deal, e adesso?

Alla fine è successo. 

La povera Theresa, le cui borse sotto gli occhi si stanno gonfiando sempre più, ha tentato il tutto per tutto fino all’ultimo momento. È addirittura arrivata a buttarla sul patetico: bocciare il deal significa bocciare Brexit e bocciare Brexit significa tradire la volontà dei britannici. Pensa tu che esistono ancora paesi dove la volontà dei cittadini viene tenuta in conto!

Comunque sia, non c’è stato niente da fare: la House of Commons, con una maggioranza schiacciante, 432 a 202 (i MPs, ossia i membri del parlamento, sono in tutto 650) ha detto no al deal presentato da Theresa May.

Se si considera che i Tory, ossia i membri del partito cui appartiene la May, sono 317, si ha l’immagine della immensa disfatta sofferta dalla leader. 

Disfatta e sconfitta erano, infatti, le parole più ricorrenti nei titoli dei giornali di questa mattina: Historic Defeat, sconfitta storica, Historic Humiliation, Historic Defeat as Torie turns against her, per citare solo i titoli del Times, del Daily Telegraph e del Guardian. E c’è poco da obbiettare, la May è uscita dal confronto parlamentare umiliata ed il coro è unanime: “for Britan’s sake, Theresa May, just go” (The Guardian). Che letteralmente sarebbe “per il bene dei britannici, vai via” ma che, in realtà, significa “hai già fatto abbastanza casini, è ora che ti levi di mezzo”. Ma, si sa, i britannici sono sempre formalmente educatissimi e mai si esprimerebbero così.

Anche a vedere il dibattito di ieri, sul deal, si rimane incantati: tre minuti per ogni MPs e, manco a dirlo, non uno che abbia sforato nè alcuno che abbia usato espressioni ineducate. Forma, la forma è fondamentale, mantiene in piedi un paese che, anche in momenti di crisi come questo, rimane educato e, quindi, civile. 

Lo stesso Corbyn, che politicamente ha tutto da guadagnare da questa situazione, si è espresso con grande veemenza (e lo deve fare per forza, perche, come capo dei Labour, è sempre stato molto criticato per il suo essere tanto dimesso) ma sempre con educazione.

In ogni caso, la maleducazione non è consentita: ogni dibattito si svolge sotto l’attento controllo dello speacker, membro super partes del parlamento (vota solo in caso di parità) al quale è demandato di tenere l’ordine e sanzionare eventuali condotte  scorrette. E a John Bercow, speacker dal 2009, non sfugge niente e nulla perdona. 

Non importa se non comprendete bene l’inglese, date una sbirciata alle dichiarazioni di voto e rimarrete incantati dalla eleganza degli interventi, qualcuno più pomposo, altri più accorati, alcuni addirittura divertenti. Il più simpatico è  il deputato che ha parlato per non più di 20 secondi: esattamente questo il tempo che ha impiegato, con garbo ed ironia, a dire che il deal era così una schifezza che uscire senza un accordo sarebbe stato meglio. 

MacNeil, deputato scozzese, si è fatto notare per la incredibile rapidità con cui ha parlato. I britannici, specie se di buon livello culturale, parlano con lentezza, scandendo le parole; MacNeil, con il suo accento scozzese incomprensibile, ha utilizzato ogni secondo dei suoi tre minuti, senza pause e senza quasi respirare. D’altra parte c’è da comprendere la sua irruenza: gli scozzesi erano appena usciti dal referendum con il quale si erano espressi per restare uniti alla Gran Bretagna e la Gran Bretagna li ha scaraventati tutti fuori dall’Unione Europea… avranno diritto ad essere ancora un po’ inferociti, no?

Fatto sta che, come dicono i cronisti, sono ore cruciali per il governo e per la May.

Alle 19, le 20 in Italia, avremo l’esito della votazione e sembrerebbe proprio che  la May non abbia futuro. Ma la politica può sempre sorprendere.

Persa la fiducia, infatti, si dovrebbe tornare a votare a meno che, nei seguenti 14 giorni, il governo non riesca a riottenere la fiducia della House of Commons. Il che vuol dire che i Conservative si troverebbero tra le mani il peggior problema della storia ma rimarrebbero al governo perchè se avrà la meglio la richiesta di Corbyn e saranno indette le elezioni, i Labour potrebbero stravincere.

Per ora solo una cosa è certa: il dibattito e gli interventi saranno caratterizzati da educazione e rispetto. Niente grida, lanci di oggetti o risse.

Per ritrovare un clima così composto, noi italiani dovremmo guardare, non so, alla Costituente, chè da lì in poi le cose non sono decisamente andate come sperato.

Come andrà per la Grand Bretagna, invece, lo scopriremo nelle prossime ore.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.