Brasile: liberati 200 animali dallo stabulario di São Roque

1402985_10151793909073512_1722301690_oRicardo Tripoli deputato del distretto di Sau Paulo ne adotta 2.

Mentre il parlamento brasiliano si è riunito nella giornata di martedì per aprire una commissione parlamentare sulla liberazione animale della settimana scorsa, un deputato adotta due beagle e li chiama come le figlie.
Ricardo Tripoli deputato del distretto di Sau Paulo, avvocato e ambientalista, non ha dubbi sull’importanza della lotta alla vivisezione e promette battaglia.
Infatti qualora la magistratura decida per la restituzione delle ex cavie dello stabulario di São Roque ricorrerà in appello.

Venerdì 18 ottobre 2013 è una data che verrà ricordata negli annali degli animalisti di tutto il mondo. Mentre riecheggia ancora l’impresa di Green Hill in Italia che ha portato alla liberazione di moltissimi cani dall’allevamento di Montichiari, in Brasile è successo qualcosa di ancora più incredibile. Una manifestazione contro la vivisezione si è conclusa con la liberazione di circa 200 animali. Tutti uniti sotto la stessa bandiera, diverse organizzazioni e associazioni dell’ex colonia portoghese si sono introdotti a volto scoperto nel Royal Institute, allevamento per la vivisezione. L’operazione avvenuta di notte ha permesso di sottrarre alla sperimentazione moltissimi animali tra cui: beagle, conigli e gatti. Come il 28 aprile del 2011 gli animali sono subito arrivati nelle mani di veterinari che hanno potuto constatare un primo stato di salute. Ad allarmare non solo i liberatori a viso scoperto sono state le condizioni in cui versavano le cavie: mutilazioni, tumori in stato avanzato, altre effetti di devastanti malattie, probabilmente oggetto di sperimentazione. All’interno dello stabulario avrebbero trovato cani ormai deceduti, altri congelati nell’azoto. La stampa e le forze dell’ordine hanno documentato tutto con fotografie e filmati. L’accusa che si prospetta per i manifestanti più audaci è furto e ricettazione.
Durante la notte, le fila dei sostenitori  aumentavano e i cori contro la vivisezione si moltiplicavano. Tutto tranquillo, fino a quando sabato 19 ottobre la tensione è salita e le forze dell’ordine hanno lanciato lacrimogeni per disperdere la folla.

Le proteste contro la sperimentazione animale aumentano in tutto il mondo. Sono sempre di più le coscienze che si risvegliano e chiedono a gran voce l’impiego di metodi alternativi verso una ricerca senza animali.
Sul web i dibatti pro e contro vivisezione sono all’ordine del giorno. La petizione per abrogare la direttiva europea 2010/63/UE che riguarda le misure di protezione degli animali, da adottare per la sperimentazione con fini scientifici, trova sempre più accoliti. Tra i Paesi europei con il maggior numero di firme raccolte l’Italia si attesta tra i primi posti, avendo già superato la quota minima per Stato.

I metodi alternativi sono più sicuri e consentono un margine di errore inferiore rispetto all’utilizzo di animali, come la letteratura medica da anni continua a pubblicare. Sono innegabili infatti le differenze di specie e questo comporta che il 92% delle sostanze che superano la sperimentazione sugli animali non hanno l’effetto sperato con la sperimentazione umana (fonte FDA –Lester Crawford, FDA Commissioner, in The Scientist 6.8.04 “More compounds failing Phase I” / US Food and Drug Administration (2004) Innovation or Stagnation, Challenge and Opportunity on the Critical Path to New Medical Products).

Adesso gli occhi di tutto il mondo sono puntati sul Brasile e si aspetta l’esito dell’inchiesta parlamentare.

di Giulia Labarbuta 

foto: facebook.com

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.