Berlusconi ci ripensa: «Obbligato a restare in campo. Devo riformare il pianeta giustizia»

«Ma non mi ricandido a premier, ci saranno le primarie. La nostra non è una vera democrazia ma una magistratocrazia». Queste le parole dell’ex presidente del Consiglio nella conferenza stampa tenuta ieri sera a Villa Gernetto. «Con Monti – continua Berlusconi – regime di polizia tributaria. Nei prossimi giorni valuteremo con i vertici del partito se sia meglio togliere immediatamente la fiducia al governo o aspettare, vista la vicinanza con la fine della legislatura ». E poi un attacco diretto ai due leader europei: «Merkel e Sarkozy che con i loro “sorrisetti” hanno tentato di assassinare la mia credibilità internazionale».

Ci risiamo. Silvio Berlusconi viene condannato e immediata riappare la faziosità politica scomparsa ormai da un anno. La pena: quattro anni per frode fiscale, di cui tre condonati per l’indulto, l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e una multa da dieci milioni di euro da versare all’Agenzia dell’Entrate .

Ma come per magia si ritorna agli anni delle opposte fazioni che non ragionano: da una parte gli integralisti del berlusconismo, dall’altra gli instancabili sostenitori dell’anti berlusconismo. Subito dai primi arriva l’incoraggiamento all’ex premier di ripensare al passo indietro fatto tre giorni fa, mentre dagli altri si evince la gioia di essere giunti alla verità. E, come d’incanto, l’ex premier non si fa pregare più di tanto: «Obbligato a restare in campo. Devo riformare il pianeta giustizia».

Purtroppo, però, comunque la si pensi, di questo passo non si cambierà mai nulla. Probabilmente le prossime primarie, di entrambe le parti, risulteranno vane, la legge elettorale non si cambierà e dal cilindro della politica uscirà un governo Monti bis, tanto auspicato da una gran parte della vecchia nomenclatura.

Non rimane che demolire il sistema. La tentazione è quella di sostenere il sindaco di Firenze: giovane, preparato, diretto, concreto e con tanta voglia di far bene ma la sensazione è che il “povero” Renzi non ce la farà a demolire la fortezza dei soliti noti, da oltre vent’anni in Parlamento. Grillo potrebbe essere l’alternativa come ariete ma dopo la conquista della roccaforte chi va al comando? Chi gestisce il potere, l’economia, le truppe? Non credo sia all’altezza della situazione e nemmeno lo voglia egli stesso. Il centro destra sembra un’armata Brancaleone, la Lega, senza Bossi, un cavallo azzoppato e Di Pietro, isolato dagli stessi compagni di coalizione, da solo non potrà arrivare lontano. Siamo nella melma, per non dire altro.

Speriamo che arrivi Batman a salvarci, anche se all’orizzonte non se ne vede ombra. Ancor di più auspichiamo l’arrivo di una donna risoluta, capace di azzerare con determinazione femminile la scellerata politica portata avanti negli ultimi anni da uomini senza valori e senza ragione.

di Enzo Di Stasio 

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