Autismo,la mancata “potatura” influisce sulle connessioni?

MicrogliaNell’articolo da noi pubblicato il 26 settembre 2013 avevamo affrontato un tema importante, gli Astrociti, considerandoli dei veri direttori “d’orchestra” a livello cerebrale, attraverso lo studio del  ricercatore italiano del CNR di Padova, Carmignoto.

Come già scritto  le cellule Gliali  sono oltre il 90% della massa cerebrale, ma per quasi un secolo sono state  considerate poco più che «colla» per tenere assieme i neuroni, su cui si concentrano da sempre le attenzioni dei neuroscienziati. Il termine Glia  indica  tutte le «altre» cellule del sistema nervoso e cioè Astrociti, oligodendrociti, microglia.

Ora, secondo un recente studio multicentrico, a cui ha partecipato anche  il  European Molecular Biology Laboratory (EMBL) di Monterotondo, pubblicato il 2 Febbraio 2014 su Nature Neuroscience (ZhanY. et al.), la “microglia” avrebbe un ruolo importante nello sviluppo dell’Autismo. Ma andiamo per ordine.

Nel 2011, lo stesso Laboratorio di Monterotondo (EMBL), aveva pubblicato su Science (Paolicelli Rc, Gross et al.) un importante studio nel quale aveva dimostrato che le cellule della microglia eliminano le connessioni tra neuroni, definendo i collegamenti del cervello. Proprio come i giardinieri sanno che alcuni alberi hanno bisogno di una potatura regolare: alcuni rami devono essere tagliati in modo che altri crescano più forti. I neuroscienziati chiamano questa potatura cerebrale “pruning”.

L’European Molecular Biology Laboratory è un istituto di ricerca di base finanziato attraverso sovvenzioni pubbliche da parte di 20 stati membri (Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera) e l’Australia come membro associato.

Il laboratorio ha 5 sedi: la sede principale di Heidelberg e le sedi di Hinxton (European Bioinfrmatics Institute), Grenoble, Amburgo e Monterotondo, nei pressi di Roma.

“I nostri dati mostrano che le cellule della microglia sono decisive per stabilire le giuste connessioni nel cervello, queste infatti ‘fagocitano’ le sinapsi per garantire il consolidamento delle connessioni più efficaci tra i neuroni.”, sosteneva Gross nello studio.

“Dobbiamo dunque essere consapevoli che alterazioni nella funzione della microglia possono essere alla base di quei disturbi dello sviluppo del sistema nervoso caratterizzati da un’alterata connettività. Come ulteriore prova, i ricercatori hanno introdotto una mutazione che riduce il numero di cellule della microglia nel cervello di topo in sviluppo. La mutazione usata dai ricercatori dell’EMBL per limitare lo sviluppo della microglia ha un effetto temporaneo, con il tempo dunque le cellule della microglia aumentano e nel cervello del topo si stabiliscono le giuste connessioni. “Abbiamo osservato qualcosa di simile a quello che altri hanno osservato in alcuni casi di autismo nell’uomo: molte più connessioni tra i neuroni,” diceva Gross.

Ed ora veniamo allo studio multicentrico di febbraio 2014  con la partecipazione del già citato EMBL, del IIT di Rovereto, dall’IMT di Lucca, dall’Università La Sapienza  di Roma e dall’ Università di Zurigo (ETH). Il deficit della  microglia durante la fase dello sviluppo neuronale potrebbe avere effetti permanenti sui circuiti neuronali. Infatti la microglia interrompendo le connessioni in eccesso permetterebbe a quelle rimanenti di crescere e rafforzarsi migliorando le prestazioni comunicative tra le diverse aree cerebrali. Se questo non accade le connessioni diventano difettose e sarebbero all’origine della sindrome. Nuturalmente parliamo di uno studio effettuato su topi geneticamente modificati. Siamo finalmente vicini alla soluzione del rebus “autismo”?.

Dr. Gherardo Tosi

Psicologo Psicoterapeuta       00152 Roma

e-mail : tosighe@libero.it

 Foto: neuro-zone.com  

1 risposta

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.