Assassinio rituale a Milano

L’assassinio avvenuto a Milano è stato scoperto dalla polizia per puro caso.

Nel tardo pomeriggio di martedì era stato arrestato in via Porro Lamberteghi un uomo che con un cacciavite aveva tentato una rapina. L’uomo è Vincenco Vergata, pregiudicato ed ex eroinomane sotto metadone, nelle sue tasche sono stati trovati alcuni grammi di droga, un mazzo di chiavi ed una bolletta che riportava l’indirizzo di un appartamento di piazzale Lagosta.

La polizia si è quindi recata a casa dell’arrestato scoprendo la macabra scena. La casa si trovava in pessime condizioni: disordine, sporcizia, macchie di sangue sulle pareti ma non per terra, neppure nella cucina dove è stato trovato il corpo di una donna di circa 40 anni di carnagione scura e di cui ancora non si conoscono le generalità. Si suppone solo il nome della donna che probabilmente coincide con quello scritto in un quaderno ritrovato nella casa.

L’omicidio presenta elementi rituali: la scena del crimine è stata ripulita ed il corpo è stato ritrovato bocconi, con alcuni pezzi di stoffa e parti di abiti appoggiati in punti del corpo e tre sacchetti di plastica sulla testa. La vittima è stata sottoposta alla procedura tipicamente mafiosa dell’incaprettamento che provoca una morte lenta e dolorosa. La procedura consiste infatti nel legare mani e piedi dietro la schiena con una corda che passa anche intorno al collo in modo da provocare la morte per auto strangolamento. Sul viso della donna sono stati trovati anche dei tagli, probabilmente non mortali, ed una profonda lesione allo zigomo con frattura della zona orbitale.

L’uomo ha pronunciato frasi di senso poco compiuto e risulta che avesse comprato il giorno prima un biglietto per Instambul.

di Redazione

foto: euronews.com

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