Apre anche quest’anno il Giardino di Ninfa

ninfa2E’ uscito il calendario, per l’anno 2017, delle date di apertura dello spettacolare Giardino di Ninfa, i cui ingressi sono contingentati per legittimi motivi di tutela e di conservazione dell’ambiente. Quest’anno il Parco sarà visitabile a partire dal mese di aprile. Ad aprile e a maggio, quando è possibile ammirare la fioritura primaverile, l’accesso sarà permesso tutte le domeniche, il primo sabato del mese (1° aprile e 6 maggio) e nelle festività di pasquetta, del 25 aprile e del 1° maggio.

Nel mese di giugno si potrà accedere il primo sabato (3 giugno), la prima e la terza domenica del mese (4 e 18) e nella festa nazionale del 2 giugno. A luglio, agosto e settembre, l’apertura è prevista per il primo sabato e la prima domenica del mese e il giorno di ferragosto. Ridotte le aperture nel mese di ottobre (solo il primo sabato e la seconda domenica) e a novembre (prima domenica del mese). Poi ricomincerà la “pausa invernale” di riposo dell’ecosistema.

Come arrivarci

Per arrivare al Giardino di Ninfa, dalla Capitale, si può prendere la Via Appia sino al km 57,6; poi si svolta a sinistra, per la Via Ninfina e, dopo poco meno di 8 km, si raggiunge, sulla destra, l’ingresso del parco naturale. Il Giardino è situato nel territorio del comune di Cisterna di Latina.

Il sito di Ninfa era conosciuto nell’antichità per una sorgente freschissima, prediletta da una divinità dei boschi (una ninfa, appunto), che contribuiva, non essendoci sbocchi al mare, a rifornire di acqua sorgiva la palude pontina. Nel medio evo vi sorse l’omonima cittadina che, all’interno delle mura, giunse a contare alcune migliaia di abitanti.

La Pompei del Medio Evo

Ninfa 3Fu qui che assunse la tiara il battagliero papa Alessandro III, che regnò per ben ventidue anni, di cui diciassette lontano da Roma. Poi la città passò nelle mani di nobili feudatari, quali i Frangipane, gli Annibaldi e infine i Caetani, finché, nel 1382, fu saccheggiata e distrutta.

Così, per secoli, Ninfa fu soltanto una misteriosa città morta tra le paludi, un cumulo di ruderi silenziosi coperti di rovi e infestata dalla malaria. Il viaggiatore tedesco Ferdinand Gregorovius, nell’ottocento, ne fu talmente affascinato da considerarla “la Pompei del medio evo”.

La meritevole attività della Fondazione Caetani

Il luogo rinacque all’inizio del novecento, quando i principi Caetani, allora proprietari, cominciarono a bonificare la zona, a liberarla dai rovi e a realizzare, pian piano, uno spettacolare orto botanico. Quando l’ultima erede della nobile famiglia scomparve, la gestione del giardino fu assunta dalla Fondazione Caetani, la quale l’ha trasformato in un’incantevole oasi protetta, con la collaborazione del WWF e della LIPU.

E’ comunque una delle sedi preferite per lo svolgimento, ai primi di agosto, del Latium World Folkloric Festival, di musica e danze popolari del mondo per una cultura della pace.

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