Jane Austen: 198 anni fa moriva la più eminente figura del panorama letterario preromantico

28_jane_austen_018 Luglio 1817: dopo aver contratto una malattia allora incurabile, moriva a Winchester Jane Austen, una delle più famose scrittrici inglesi di tutti i tempi.

Oggi, il suo nome e le sue opere sono conosciuti in ogni dove e dalla maggioranza della popolazione. E pensare che, finché restò in vita, l’autrice pubblicò i suoi romanzi in forma anonima, in rispetto di quella salvaguardia personale imposta, a quei tempi, dai rigidi schemi sociali vigenti tra le classi più agiate, secondo i quali una donna non avrebbe mai potuto esporre in pubblico la sua figura, senza la “tutela” della ristretta cerchia familiare, né tantomeno intraprendere una carriera con la quale guadagnarsi da vivere, visto che ad essere costrette a lavorare (e non per vivere, quanto per sopravvivere) erano solo le donne appartenenti ai ceti sociali più bassi. Risultava inimmaginabile, dunque, per l’epoca, che una donna di condizione sociale agiata intraprendesse un percorso lavorativo, soprattutto in un campo quale quello letterario, visto come più adatto al genere maschile; come se non bastasse il romanzo, a fine ‘700, era ancora un genere giovane, ritenuto non ancora pienamente maturo e che per questo non godeva di alta dignità letteraria o di una stima pari a quella di generi letterari ormai consolidati nella tradizione.

Durante la sua vita, quindi, Jane Austen pubblicò i suoi capolavori in forma anonima, ricorrendo a pseudonimi e rinunciando al titolo di autrice. Soltanto dopo la sua morte, in un necrologio del 22 Luglio, scritto proprio dai suoi familiari, per la prima volta in assoluto Jane viene decretata “Authoress”, quindi Autrice, di  opere quali “Orgoglio e Pregiudizio”, “Ragione e sentimento” , “Emma” e “Mansfield Park”.  La rivelazione si concluse con la redazione, da parte del fratello Henry, di una nota  biografica dell’autrice posta come prefazione a “L’abbazia di Northanger” e “Persuasione”, pubblicati postumi nel mese di Dicembre: per la prima volta il nome di Jane Austen appare stampato sopra una sua opera.

Nonostante la riservatezza in cui viveva rifugiata e che, per quei tempi, era la norma, a Jane Austen appartiene una personalità a dir poco rivoluzionaria. Nonostante il suo esser donna portò avanti con dedizione la sua più grande passione, la scrittura, inventando storie in cui proprio le donne risultano essere il motore primario della vicenda narrata, descrivendo situazioni atte a  disvelare le profondità più recondite dell’universo femminile.

I suoi romanzi, scritti in un’epoca profondamente differente da quella in cui ci troviamo a vivere, risultano però decisamente attuali. Questo perché ogni opera mostra aspetti dell’essere umano e della vita quotidiana universali, validi da sempre e per sempre. Con ironia mostra pregi e difetti di uomini e donne che vivono nell’amena campagna inglese, che viene costantemente contrapposta alla corruzione della grande città, rendendo, attraverso uno stile che rinuncia a digressioni e descrizioni ampie a vantaggio dell’uso del discorso diretto e del discorso indiretto libero, i sogni, i sentimenti e le grandi passioni di quelle eroine sicure si se e determinate, presentate sempre con arguzia e sarcasmo nel bel mezzo di un dissidio apparentemente inconciliabile tra spontaneità e passione, razionalità e buon senso.

Sulla base di queste opere immortali e ricche di insegnamenti (soprattutto in merito al rapporto uomo-donna), sono state effettuate delle trasposizioni cinematografiche che hanno dato vita a film (ma anche serie televisive, come il recente “Emma” della BBC prodotto nel 2009) che,  rimanendo molto fedeli all’opera di partenza, trasportano sul piano visivo gli stessi effetti suscitati dalla lettura, ricreando quell’atmosfera di tensione emotiva caratteristica dei romanzi della Austen, che, inevitabilmente, porta a sognare una vita simile a quella vissuta da Elinor, Elizabeth o Catherine, donne risolute e dall’animo nobile, che sanno guadagnarsi una felicità  data dalla genuinità delle piccole cose e dalla grandezza dei sentimenti.

Le storie narrate, gli stili di vita descritti, le storie d’amore travagliate e sincere, le lotte interiori delle protagoniste (figure in cui ogni donna può ancora immedesimarsi), provocano sui lettori di oggi una fascinazione travolgente, che da la possibilità di proiettarsi in un’epoca non molto distante cronologicamente dalla nostra, ma nella quale si conducevano esistenze profondamente diverse.

di Noemi Cinti

foto: southbankcentre.co.uk

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