Ancora nessun Presidente della Repubblica, Prodi si ritira e Bersani e la Bindi si dimettono

prodi3Bersani rassegna le dimissioni da segretario del Partito Democratico. La notizia di pochi minuti fa, è stata prima smentita dalla segreteria e poi confermata. Il fratello ha dichiarato di essere estremamente preoccupato per le condizioni di salute del segretario a causa delle pressioni dell’utlimo periodo.

A dimettersi, dalla presidenza dei democratici, anche Rosi Bindi e questo sarebbe l’esito dell’ennesima giornata catastrofica per la politica italiana. Non è questa l’unica novità: c’è chi parla di una possibile candidatura di Grasso, ma ancora nulla di certo.

Oggi i nostri partiti non sono riusciti a trovare un accordo sul nome del futuro presidente della Repubblica  e la candidatura di Romano Prodi  è stata letteralmente “bruciata”- secondo le parole di Matteo Renzi- a causa di franchi tiratori che ne hanno stoppato la candidatura. “La candidatura di Prodi non c’é più. Oggi il segretario del Pd ha chiesto per l’unità del partito di offrire una candidatura molto autorevole. A Prodi tutti hanno detto sì, hanno fatto l’applausone, poi hanno fatto il contrario, il giochino dei franchi tiratori che non è una battaglia a viso aperto”. “Adesso vediamo cosa proporranno Bersani e il Pd”.

Piccola curiosità: i vendoliani hanno votato “Rprodi” contrassegnando le schede per far vedere la loro lealtà alla parola data. “Tutti i nostri voti sono andati a Romano Prodi ed erano ‘segnati’, sono andati tutti a Romano Prodi”. Lo spiega il capogruppo di Sel alla Camera Gennaro Migliore.

Prodi ha raccolto 395 voti, molto al di sotto del quorum di 504 voti e torna nuovamente in ballo il nome di Stefano Rodotà, il più votato nel terzo scrutinio (dove le schede bianche sono state 465) che ha incassato 250 preferenze. Più dei voti a disposizione di grillini e Sel.

I voti del centrosinistra sono di 498, anche considerando che i presidenti di Camera e Senato non votano.

Al momento i vincitori sono i grillini che affermano il loro appoggio a oltranza a Rodotà, sperando di convincere gli altri. Grillo dal Friuli urla il sostegno al giurista e rivolge un appello a Bersani affinchè cambi idea, chiede altresì cosa spinge il Pd a non approvarne la candidatura, alludendo a loschi motivi. . “Perché non Rodotà?” ha chiesto Beppe Grillo, rivolgendosi a Bersani. Un interrogativo che è andato di pari passo con una proposta arrivata dai capigruppo Vito Crimi e Roberta Lombarti: “Se il Pd voterà Rodotà per il Colle si apriranno praterie per il governo”. Una linea portata all’assemblea dei parlamentari grillini. “E’ il presidente dei cittadini e non dei partiti”, per cui qualunque nome indicherà Rodotà per formare un nuovo esecutivo, una volta presidente, “a noi andrà bene”.

Romano Prodi intanto, dopo aver riflettuto se mantenere la propria disponibilità alla candidatura per la presidenza della Repubblica, infine ha capitolato. Lo riferiscono fonti vicine al Professore che è ancora in Mali.

Massimo D’Alema ottiene solo 11 voti durante lo scrutinio della quarta votazione e il Pdl festeggia applaudendo e alludendo al fatto che l’elezione di Prodi, che corre sul filo dei 504 voti, diventa più difficile.

In aula una nota di “colore” è data da Alessandra Mussolini e proseliti che indossano t-shirt su cui è scritto “Il diavolo veste Prodi”, mentre fuori da Montecitorio i militanti di Casapound inneggiano canti anti-Prodi.

Ben più compatti sono rimasti gli elettori montiani, che hanno scelto Cancellieri non perché la candidatura di Prodi fosse sbagliata, ma perché “a essere sbagliato è stato il metodo”. Oggi ha raccolto 342 voti.

Se ora il Pd non punterà su Rodotà, è probabile che la scelta ricada su D’Alema, per Grillo “il candidato di Berlusconi”. Su D’Alema potrebbero confluire infatti i voti del centrodestra. Che oggi non ha partecipato al quarto scrutinio per protesta contro la candidatura del Professore, che “divide” il Paese, come hanno accusato i diversi esponenti per tutto il giorno.

di Redazione

foto: lapoliticaitaliana.it

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