Agostino: chi tira i miei fili?

santagostinoAgostino (354 – 430) desiderava conoscere la verità. Cristiano, credeva in Dio. Ciononostante, la sua fede, lasciava senza risposta alcune domande. Come può un Dio buono e onnipotente, tollerare il male?

Anche Epicuro (di cui abbiamo già parlato) aveva già riconosciuto l’esistenza del problema. E da un punto di vista logico si potrebbe pensare che se Dio non può impedirlo (il male), significa che allora non è veramente onnipotente e che c’è un limite alla sua azione. Oppure se è onnipotente, ma non vuole impedirlo allora non è infinitamente buono come sappiamo.

La spiegazione secondo la quale Dio agisce per vie misteriose, che vanno al di là della comprensione umana, non lo soddisfaceva: Agostino voleva risposte.

Se un assassino ha un pugnale nella mano e sta per uccidere, perché Dio non è pronto a fermarlo? Si tratta del classico problema del male, del perché Dio permette cose come questa. La soluzione che trovò si basava sull’esistenza del libero arbitrio, cioè la facoltà umana di scegliere le proprie azioni.

Conosciuta anche come argomento del libero arbitrio o teodicea: il tentativo di spiegare e giustificare il fatto che Dio, nella sua bontà, permetta la sofferenza. Agostino pensava che il libero arbitrio fosse un bene, perché ci permette di agire moralmente. Possiamo decidere se essere buoni, ma possiamo anche decidere di agire male.

Possiamo lasciarci traviare e commettere azioni cattive e spesso ciò accade quando l’intelletto viene sopraffatto dalle emozioni e ci allontaniamo da Dio e dai suoi Comandamenti.

Come Platone, Agostino pensava che il nostro lato razionale dovesse tenere sotto controllo le passioni. Gli essere umani, a differenza degli animali, hanno la forza della ragione e devono usarla.

Se Dio avesse fatto sì che noi scegliessimo sempre il bene invece del male, non saremmo veramente liberi e non potremmo usare l’intelletto per decidere come comportarci. Dio, quindi, è abbastanza potente da impedire qualsiasi male; ma se qualcosa di male accade, non se ne deve dare la colpa a Dio.

La malvagità è il risultato di una scelta.

di Riccardo Fiori

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