A scuola di rifiuti zero

Nasce a Roma il progetto didattico “A scuola di rifiuti zero”, per recuperare, riciclare e avviare un’economia circolare degli scarti domestici e dei rifiuti urbani.

In materia di gestione rifiuti, tutela ambientale e salvaguardia del paesaggio, nonostante i buoni propositi ed i rischi derivanti dalla mancata osservanza delle norme comunitarie, sembra che il nostro Paese proceda a rilento, senza per altro trovare soluzioni alternative ed eco compatibili.

Scuole virtuose
Oltre al mondo delle associazioni, tra cui Zero Waste Lazio, che si battono per la causa, diversi istituti romani, sia primari sia secondari stanno cercando di avviare un percorso culturale e didattico volto a sensibilizzare i giovani sul tema dei rifiuti e del riciclo.
Il progetto si chiama “A scuola di rifiuti zero” e fa riferimento alla delibera dell’Assemblea Capitolina n. 129 del 16/12/2014 recante gli “Indirizzi per l’avvio del percorso “verso rifiuti zero” attraverso l’introduzione di un programma di gestione dei rifiuti urbani e dei servizi di decoro e igiene urbana, tra cui la raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti urbani”.

Il progetto “A scuola di rifiuti zero”
Gli ideatori del progetto mirano ad introdurre una specifica formazione ambientale per docenti ed alunni, affinché vengano applicati adeguatamente tutti i criteri e le pratiche per la riduzione dei rifiuti, il riuso degli scarti domestici e la conoscenza dei sistemi di riciclo e recupero di materia prima, secondaria dai rifiuti.
L’ambizioso progetto non si prefigge soltanto di recuperare e riciclare i materiali, bensì di creare una vera e propria filiera completa che parte dalle scuole e termina con il riciclo effettivo in impianti di aziende convenzionate con i Consorzi Conai (Corepla/plastica-Comieco/carta e cartoncino).

Scarti organici. Sistema di riciclo circolare
Tutti gli scarti organici prodotti all’interno delle scuole dovranno confluire in una compostiera ad uso didattico (creata o fornita) grazie alla quale gli scarti vengono trasformati in composti organici da riutilizzare come ammendanti dei terreni all’interno di orti botanici.
In questo modo i rifiuti entrerebbero a far parte di una sorta di circuito di riciclo, per cui nulla viene buttato.

Scarti inorganici
Gli scarti inorganici, quali ad esempio carta e plastica forniti dagli alunni stessi verranno invece raccolti come “materiali post-consumo” e ceduti alle aziende romane convenzionate con i Consorzi di filiera, che in cambio cederanno alle scuole forniture di materiali utili alle stesse.
Il tutto senza bisogno di autorizzazioni specifiche, come previsto dal Comma 6 dell’art.181del T.U ambiente legge 152/2006 e s.m.i il quale riporta “Al fine di favorire l’educazione ambientale e contribuire alla raccolta differenziata dei rifiuti, i sistemi di raccolta differenziata di carta e plastica negli istituti scolastici sono esentati dall’obbligo di autorizzazione in quanto presentano rischi non elevati e sono gestiti su base professionale”.

Principio di legalità
Quello che può sembrare solo un virtuoso progetto ambientalista, in realtà ha dei connotati ben più seri. Si inserisce infatti nell’ambito del rispetto della legalità, dal momento che la gestione dei rifiuti ha troppo spesso subito pressioni ed infiltrazioni mafiose e criminali.

Chi finanzia il progetto?
Il progetto sarà totalmente finanziato dalla Mo.Vi Lazio, dunque gli istituti non dovranno sborsare un euro, ne’ per la formazione dei volontari ed educatori ambientali, ne’ per il rimborso spesa degli esperti e dei materiali di consumo.
Previsti pure dei laboratori didattici attrezzati in cui studenti, associazioni e ricercatori, insieme con il capofila Mo.Vi Lazio, oltre che Zero Waste Lazio, ed Aics. Lazio lavoreranno sinergicamente.

Attualmente hanno aderito al progetto diverse scuole romane, dislocate soprattutto nella zona Nord, tra cui l’istituto Einstein.

di Simona Mazza

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